Ilaria
21 anni
Curiosa, riflessiva, sognatrice
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1. Quali sono state le sensazioni che hai provato mentre attraversavi le distese desertiche della costa ovest degli Stati Uniti?
Durante un viaggio di un mese, tra i grandi Parchi Nazionali silenziosi e le città caotiche della costa ovest, si provano molte emozioni diverse.
A Yellowstone vedendo i bisonti mi sono sentita tornare bambina, ho ripensato a quando mio padre mi raccontava le storie degli indiani che andavano a caccia.
In parchi come il Gran Canyon e il Sequoia ho percepito la grandezza e la maestosità della natura e del tempo, ma contemporaneamente la fragilità e l’imprevedibilità degli stessi.
Nel quartiere South LA, a Los Angeles, mi sono sentita la pelle del colore sbagliato quando una ragazza afroamericana sul pullman si è alzata per non stare seduta accanto a me.
A San Francisco ho toccato con mano la serenità, la gentilezza, la fraternità e l’umanità che l’uomo può avere; si respira un’aria magica, diversa, pura.
Nella Death Valley ho temuto di morire di caldo, per via dei 49°C di caldo secco.
A Las Vegas ho vissuto l’euforia, l’esplosione di colori, i deliri travolgenti e la confusione di una città che sembra più un luna park che un centro abitato.
La costa ovest è un insieme di emozioni, colori, spazi, silenzi e vibrazioni completamente diversi.
2. Il tuo viaggio è stato molto improvvisato, come ti sei organizzata per trovare gli alloggi?
Prima di partire avevamo prenotato alcuni ostelli, b&b e alberghi su Booking.com o Airbnb.
A causa di alcuni imprevisti, primo tra tutti il dover consegnare la macchina affittata una settimana prima del previsto, ci siamo trovati costretti a riorganizzare il nostro itinerario e di conseguenza anche i pernottamenti.
Ogni sera, per le prime due settimane, dopo aver visitato parchi o città, passavamo un’oretta o due in camera al computer a cercare di trovare posti letto liberi in qualsiasi sistemazione: dai ghetti di Los Angeles, agli aridi prati della California, al financial district di San Francisco.
Per fortuna siamo riusciti a rimediare e ad avere un tetto sopra la testa ogni notte.
Questi cambi di programma dell’ultimo minuto ci hanno portati a scoprire lungo la strada un ostello gestito da un ex militare dell’Air Force americana. Durante le 3 notti trascorse da lui, vicino a Yosemite, ha preparato per noi il barbeque, ci ha insegnato a fare lancio con l’ascia e abbiamo cantato insieme mangiando la pasta alla carbonara (ovviamente cucinata da noi italiani).
Un’altra sistemazione sicuramente di rilievo è stata il resort vicino al Parco Nazionale di Capitol Reef. L’avevamo prenotato prima di partire, ma penso che dormire in una carrozza o in una tenda dei nativi americani in mezzo al deserto dello Utah sia un’esperienza unica e degna di nota.
3. Quali luoghi ti sono rimasti nel cuore di questo tour da San Francisco a Los Angeles?
Tra le città che ho visitato –Las Vegas, Los Angeles e San Francisco- sicuramente San Francisco è la città che mi ha impressionata di più.
Nonostante sia molto ricca, essendo il centro della Silicon Valley, gli abitanti sono estremamente umili, disponibili, gentili, premurosi, colti ed educati. La città è molto elegante e offre tanti stimoli e curiosità, per esempio la prigione di Alcatraz, il molo Pier39, Lombard Street, il giardino del tè giapponese.
Tra i parchi visitati il mio preferito è stato Yellowstone, perché nei suoi 9000 km² comprende paesaggi completamente diversi tra loro, e lo si può visitare per giorni scoprendo sempre nuovi scorci: geyser, foreste, praterie, fiumi, laghi, montagne, bisonti, orsi grizzly (vi ricordate Yoghi?), cervi, alci.
4. Hai incontrato persone del posto o altri viaggiatori che ti hanno aiutata o dato consigli?
Nell’ostello di Los Angeles ho conosciuto due ragazzi irlandesi che avevano trascorso un mese in California per lavorare. Poiché conoscevano bene il luogo, ci hanno consigliato di andare a Venice Beach a passeggiare tra artisti di strada, musicisti, venditori ambulanti e atleti che si allenano, e di andare agli Universal Studios in determinati orari. Per quest’ultimo consiglio che ci hanno dato vi riferisco che acquistando i biglietti online risparmiate sia qualche dollaro sia il tempo della coda; se invece siete indecisi se entrare o meno vi consiglio di andare nella zona verso le 9-9.30 del mattino, così da evitare la coda se la decisione dovesse essere affermativa.
Durante il soggiorno a Rexburg, pernottavamo a casa di due studenti locali che ci affittavano una stanza per poter visitare Yellowstone. Lauren e Hunter ci hanno dato consigli che si sono rivelati utili per tutto il viaggio: ci hanno indicato posti interessanti da visitare, locali dove andare a mangiare, comportamenti da assumere in determinate circostanze. Alcuni esempi di consigli sono: a LA è meglio non mettere magliette rosse o blu (per motivi di conflitti cittadini), per spostarsi in città conviene utilizzare Uber e quando si va al ristorante si lascia sempre la mancia al cameriere (spesso sono ragazzi che lavorano per mantenersi gli studi).
5. Qual è il fatto più strano che ti sia mai capitato in questo viaggio?
Durante la visita al parco di Yellowstone abbiamo visto un ranger avvicinarsi ad un gruppo di bisonti per contarli e valutare le loro condizioni fisiche. Ad un certo punto due maschi si sono staccati dal branco e hanno iniziato a correre in direzione dell’uomo come se volessero caricarlo. Temevamo che lo colpissero, e ci aspettavamo che lui usasse lo spray anti-orso per allontanarli. Tuttavia il ranger, in totale tranquillità, quando i due animali erano a pochi metri da lui, ha semplicemente saltato e battuto le mani. I due bisonti terrorizzati hanno immediatamente cambiato direzione e sono scappati spaventati. Nonostante pesassero circa 600kg l’uno e avessero la possibilità di allontanare l’uomo senza problemi, un battito di mani li ha impauriti!
6. Cosa rifaresti se dovessi ritornare in queste zone?
Sicuramente farei un giro sul cable car di San Francisco e andrei in bicicletta alla vicina Sausalito per ammirare le famose “floating homes”, le case galleggianti.
Tornerei a fare rafting sul Colorado River; percorrerei la Route66 fino a Santa Monica, LA.
Arrampicherei nel parco di Zion seguendo il percorso “Angels landing” fino ad arrivare ad ammirare l’alba dall’alto; cercherei di vedere un alce nel parco Gran Teton.
La natura riesce a meravigliarci e stupirci. Ci porta ad avventurarci per poter ammirare ogni singola forma di vita e panorami mozzafiato.
Grazie a Ilaria per aver condiviso la sua esperienza con noi e per essere stata una grande fonte d’ispirazione per le nostre prossime avventure!